Archivio Completo ATTIVITÀ COMUNICATI STAMPA

L’antifascismo come valore universale: commemorazione a Fossoli

L’antifascismo come valore universale, come valore morale, per eliminare discriminazioni, nuove e vecchie schiavitù, razzismi, intolleranze, segregazioni ed emarginazioni.
Questa mattina al campo di Fossoli, alla presenza della presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e del presidente dell’europarlamento David Sassoli, è emerso con chiarezza, una volta di più.
La commemorazione delle vittime dell’eccidio nazifascista di 77 anni fa, ma ancora vivo nelle coscienze e nella memoria, ha portato all’attenzione dell’Europa intera un momento specchio di una storia che non si deve ripetere.
In quel campo vennero uccisi 67 intellettuali che, come ha ricordato Pierluigi Castagnetti, furono scelti tra coloro che potevano costituire una speranza per la costruzione di quel futuro Stato democratico per il quale tutti continuavano a lottare al prezzo anche della vita.
In quelle baracche si pensava alla Federazione degli Stati Uniti d’Europa, si alimentavano ideali, si nutriva la resistenza. Per questo serviva mettere a tacere quelle voci, spezzare quelle vite.
Si parlava di umanità non come quantità di uomini, ma come qualità e dignità della vita, nella sua essenza profonda e nel rispetto di ogni differenza.
Oggi l’Italia, e l’Europa di cui è parte, pur avendo compiuto enormi passi avanti, devono andare oltre, devono eliminare le ombre già individuate e anche quelle ancora non completamente metabolizzate.
Occorre superare definitivamente ogni discriminazione razziale, etnica, religiosa, di orientamento sessuale, verso le persone con disabilità. Giustissimo.
Sopravvive, purtroppo, una schiavitù “sotterranea”, nascosta, invisibile agli occhi dei più, ma crudele al pari delle altre schiavitù: le migliaia di persone, in gran parte immigrate, sfruttate fino alla morte nei campi, su luoghi di lavoro malsani, sottopagati, così come le donne ancora prigioniere di chi alimenta lo sfruttamento sessuale e la tratta. Sono le schiave e gli schiavi dei nostri giorni, che vivono invisibili nei nostri stessi luoghi, che meritano dignità e non lo sfruttamento a loro riservato da un sistema economico che a noi difensori dei diritti civili purtroppo “piace” ancora molto. Nessuno dei politici, tutti del PD, oggi sul palco lo ha ricordato.