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BRUNETTA E LA FINE DELLO SMARTWORKING: VUOLE RIPORTARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NELLA PREISTORIA

Nel privato si incentiva il lavoro agile e da remoto, fin nelle più grandi aziende, e invece il ministro Brunetta decide di mettere fine all’esperienza dello smartworking nella Pubblica Amministrazione, rigettandola anni indietro.
Questa sua pretestuosa ostinazione dimostra una scarsa visione del futuro e soprattutto una mancata consapevolezza del reale lavoro portato avanti da tutti i dipendenti della Pa durante la pandemia per garantire i servizi pubblici essenziali.
Come MoVimento 5 Stelle abbiamo lavorato insieme all’ex ministra Fabiana Dadone per regolamentare lo smartworking e abbiamo avviato, per esempio, i Piani Organizzativi del Lavoro Agile, cosa mai avvenuta prima, che hanno l’obiettivo di dare maggiore flessibilità alle Pubbliche Amministrazioni, individuando quali attività possono svolgersi da remoto stabilendo una percentuale non inferiore al 60% dei dipendenti da impiegare in questa modalità.
I molteplici vantaggi che il lavoro da remoto ha prodotto anche in termini di digitalizzazione, sostenibilità, riduzione del traffico, risparmio e produttività, ora rischiano di sparire. Invece questa esperienza va regolamentata e migliorata, soprattutto nei settori che non necessitano di una presenza fissa in ufficio.
Altro che abolizione!