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Il diritto a manifestare il proprio dissenso deve rispettare la legalità

Qui il testo integrale del mio intervento in aula in Senato di mercoledì 28 ottobre relativamente ai disordini per le proteste contro l’ultimo Dpcm del 25 ottobre.

«Il diritto a manifestare le proprie idee, anche quando si è in dissenso con le decisioni delle autorità pubbliche è un diritto sacro e costituzionalmente garantito. Ma c’è un altro principio su cui si deve fondare la nostra convivenza civile ed è il rispetto della legalità. In questi giorni abbiamo visto frange di estremismi di destra e di sinistra e esponenti di gruppi ultrà devastare strade, vetrine, saccheggiare e tanto altro da Napoli a Torino passando per Roma. Ringrazio la ministra Lamorgese per aver detto a chiare lettere che lo Stato intende agire con la massima fermezza contro violenze e strumentalizzazioni che stanno intossicando il nostro paese.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pochi giorni fa, ha detto una cosa di grande valore che testimonia la serietà e la consapevolezza con cui lavora il governo: “se oggi fossi dall’altra parte forse anche io proverei rabbia verso le misure del governo”. Perché chi ogni giorno dalla mattina alla sera fa i salti mortali per far quadrare i conti ha anche il diritto di voler sfogare la propria frustrazione. Ma non sono queste persone che sfasciano le vetrine di Torino, che ribaltano i cassonetti a Roma o lanciano bombe carta a Napoli. No, i lavoratori che protestano sono persone serie non violente, con loro parliamo ogni giorno. Anche in questi giorni il presidente Conte e altri esponenti del governo hanno incontrato tanti rappresentanti di queste categorie, si sono confrontati, hanno ascoltato e spiegato. E alla fine prevale sempre la comprensione delle rispettive posizioni e il dialogo accresce la consapevolezza di tutti. I cittadini sanno che un governo serio e instancabile sta facendo ogni sforzo per affrontare l’emergenza sanitaria e quella economica e sociale. L’ultimo Dpcm è stato approvato solo dopo aver avuto certezze sulle risorse da inviare in pochi giorni sui conti correnti delle aziende colpite dalle restrizioni, con importi pari o superiori ai trasferimenti a fondo perduto decisi con il decreto Rilancio. Stiamo facendo il massimo in un contesto da far tremare i polsi a qualsiasi statista, è sufficiente vedere cosa succede al di là delle Alpi.

Non si può dire lo stesso per qualche esponente delle opposizioni che dopo mesi di chiacchiere a vuoto, speculazioni vergognose su una tragica pandemia, tra negazionismo e allarmismo alternati ad arte in base a dove girava il vento, ha definito “cretini” i manifestanti violenti di questi giorni. No senatore Salvini, lei che di parole forti ne usa tante dovrebbe prendere le distanze da frange di delinquenti, questo è il termine corretto, che inquinano la democrazia, colpiscono al cuore lo Stato di diritto e sfruttano in modo ignobile rabbia e sofferenza di lavoratori per bene. Abbiamo a che fare con criminali a cui lo Stato non deve fare sconti, in nome della dignità e serietà di ogni cittadino per bene.

Nessuno si tiri indietro dal dire, ad esempio, che una formazione politica notoriamente estremista e violenta come Forza Nuova ha messo a ferro e fuoco il centro storico di Roma compiendo gesti gravissimi e inammissibili. Due leader di Forza Nuova sono stati fermati, si tratta di due nomi ampiamente noti all’opinione pubblica oltre che alle forze dell’ordine e penso sia il caso di iniziare a riflettere su quanto queste frange violente siano legittimate a diffondere messaggi e comportamenti antidemocratici. Le loro scorribande nulla hanno a che fare con la libertà di manifestare, perché chi compie simili violenze si colloca sempre dalla parte del torto.

Tutti noi dentro quest’aula, invece, abbiamo il dovere di farci carico, sentire come un’angoscia personale, la sofferenza di chi esasperato da una situazione inimmaginabile appena un anno fa, sfoga tutto il proprio disappunto e le sue preoccupazioni in piazza, sui social e con ogni altro canale. Per fortuna l’Italia si è trovata ad affrontare una tempesta senza precedenti con un governo responsabile e che lavora, l’attività legislativa e amministrativa messa in campo in questi mesi è paragonabile a quella ordinaria di anni e anni. Adesso bisogna compiere ogni sforzo affinché a nessuno sia più permesso di agire al di fuori della legalità, perché la coesione sociale tiene solo se tutti sono chiamati al rispetto delle regole. E prima di concludere il mio intervento mi sia permesso un sincero e profondo ringraziamento alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine: padri, madri, fratelli e sorelle di famiglia che con serietà e professionalità difendono la nostra sicurezza in questi giorni così difficili. Questi sono i coraggiosi a cui i cittadini italiani guardano con fiducia e stima. Donne e uomini che nel bel mezzo di una pandemia si fanno carico di un lavoro gravoso. E quindi io mi rivolgo a tutti coloro che non condannano con forza i violenti e gli estremisti: state offendendo i veri servitori dello Stato. E con loro ci sono tutti i manifestanti che scendono in piazza seguendo le regole di sicurezza per il covid, nel rispetto del lavoro altrui e che giustamente ci fanno capire che stanno soffrendo e temono questa crisi. A voi diciamo siamo qui che lavoriamo con serietà per aiutarvi. Non esiste Stato senza unità tra tutte le sue parti che lottano per migliorare questi giorni difficili, ma nel consesso civile non appartengono i violenti. La nostra è una democrazia forte che non si  farà ma impressionare da una bomba carta o un cassonetto incendiato».