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PIÙ FORMAZIONE E INFORMAZIONE PER GARANTIRE I DIRITTI A TUTTE LE DONNE

Troppo spesso ancora i diritti delle donne sono lesi. È stato ricordato oggi nell’incontro tra la Commissione per i diritti della donna e uguaglianza di genere del Parlamento europeo (Femm) e le Commissioni Permanenti di Camera e Senato: Affari Costituzionali, Salute e Affari Comunitari.

La Deputata del MoVimento 5 Stelle Fabiana Dadone è intervenuta introducendo i diritti delle donne migranti. La relatrice ha posto l’attenzione sulla necessità di una cabina di regia per il coordinamento dei dati nell’ambito del nuovo Piano Nazionale Antitratta.

Uno strumento utile per colmare i buchi troppo spesso presenti e soddisfare esigenze dei vari enti, Procure in primis. Dadone ha rimarcato che nella nuova legge immigrazione per le donne vittime di tratta è garantito il permesso di soggiorno per ragioni straordinarie, una nuova tutela che permette di evitare la collocazione in “situazioni promiscue” quali i Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara). Con la nuova legge è stata anzi introdotta una via preferenziale per permettere loro di accedere al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), a cui accederanno anche tutti minori, ragazzi e ragazze, stranieri non accompagnati.

Fatta la legge, bisogna saperla applicare. Indispensabile dunque diventa formare gli operatori, per favorire l’inclusione e aiutare le donne vittime della tratta nella difficile impresa di lasciarsi alle spalle lo sfruttamento non solo sessuale, ma anche lavorativo. Un altro tema su cui Dadone ha riflettuto è infatti il caporalato, un fenomeno da lei definito “in drastico aumento nell’indifferenza collettiva”. Anche in questo caso la formazione e l’informazione devono divenire centrali per diffondere la conoscenza dei diritti e farli rispettare.

Anche l’informazione di tutti coloro che usufruiscono a poco prezzo dei “servizi” di queste donne è fondamentale per ridurre il mercato del sesso. Se sapessero cosa queste ragazze devono subire, dalla partenza nei luoghi di origine, al transito in altri Paesi stranieri, alla condizione di debito inestinguibile,  il mercato del sesso magari cambierebbe.

Ancora formazione occorre per applicare bene la legge italiana 194. Secondo la Commissione Femm essa non è applicata correttamente, in particolare, la Commissione rileva che sono lesi i diritti alla donna ad abortire e a vedere tutelata la propria salute. D’altra parte non mancano critiche a come la commissione Femm affronta la tematica senza considerare le aspettative e necessità di una vera possibilità di scelta in capo alle donne in difficoltà.