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CLOUD, INTERROGAZIONE PER TUTELARE DATI E INFRASTRUTTURA

Occorre massima trasparenza e chiarezza di visione sulla gara da 723 milioni di euro relativa al #cloud, investimento fondamentale del Pnrr per la costruzione del cosiddetto Polo strategico nazionale. Il cloud, verso il quale migrerà un’incredibile quantità di nostri dati sensibili, è un’infrastruttura strategica. Ieri, in Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, abbiamo audito il segretario di stato tedesco, nonché commissario per le tecnologie dell’informazione, Markus Richter, che ci ha spiegato l’alto livello di tutela che la Germania sta garantendo al nuovo cloud tedesco. Non altrettanto sembra potersi dire per il nostro progetto.
Per questo abbiamo presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro per l’innovazione tecnologica riguardante la gara per il cloud di Stato per la quale le ultime notizie danno come favorita per l’aggiudicazione finale una cordata costituita da Tim, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti e Sogei.
Come riportato anche in articoli di stampa, però, in tale procedura sarebbero emerse diverse criticità. Non ci sarebbe stata, infatti, sufficiente trasparenza sui metodi e i criteri che hanno guidato le decisioni del Ministero dell’innovazione tecnologica, senza la presenza di alcun dibattito di rilievo. Un’altra criticità riguarda la dipendenza del progetto dai big tech americani, come Microsoft, Google e Oracle, che già condizionano il mercato digitale, attraverso un forte grado di concentrazione in tale settore.
Per questo, nell’interrogazione, chiediamo al ministero che fine ha fatto l’adesione dell’Italia alla strategia europea per andare verso una sovranità digitale; se non ritenga rischioso andare verso un software di public cloud prodotto da una azienda statunitense che ci porrà in una posizione di sudditanza (vendor lock-in); se non ritenga importante andare verso una autonomia digitale, una volta acquisito il necessario know-how piuttosto che una concessione della durata di 13 anni con il rischio di essere una scelta sbagliata a fronte del forte dinamismo tecnologico di queste tecnologie e della necessità di sollecitare un maggiore impulso da parte di diversi e molteplici attori di mercato a livello nazionale ed europeo; se non ritenga necessaria l’adozione di standard aperti in coerenza con le linee strategiche europee che indicano open source e open standards come soluzioni da privilegiare nei sistemi digitali delle pubbliche amministrazioni europee; tale strategia permetterebbe una maggiore valorizzazione delle nostre eccellenze nazionali.
Nella stessa giornata di ieri abbiamo assistito anche all’interruzione di tutti i server del datacenter di Sogei.
Le architetture cloud che andremo ad implementare devono servire principalmente a garantire una resilienza dei sistemi in occasione di guasti come questo.
Ieri i disservizi sono stati notevoli: irraggiungibili tutti i servizi dell’agenzia delle Entrate, dell’Agenzia di Riscossione, dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, della Ragioneria dello Stato. Anche la piattaforma Green Pass si è fermata e per tutte le farmacie d’Italia non era più possibile ottenere le ricette dematerializzate, né funzionava il sistema tessera sanitaria. Il guasto è stato imputato ad un calo dell’interruzione della fornitura elettrica.
Le tecnologie cloud dovrebbero proprio garantire la resilienza dei sistemi informatici di fronte a questi eventi che purtroppo sono anche abbastanza frequenti. Il Datacenter di Sogei pur essendo classificato come di classe A, ha dimostrato di non essere assolutamente resiliente come viene classificato. Tutto questo dimostra che gli sforzi e gli investimenti che dobbiamo fare come Paese in questo settore sono quanto mai urgenti, ma devono anche essere appropriati e correttamente implementati.