Il piano esposto ieri in Cdm dal ministro Colao, per avere entro il 2026 la banda ultra-larga per tutte le famiglie, le scuole e le strutture sanitarie, sancisce definitivamente il fallimento del progetto varato nel 2015 dal #governo Renzi e destinato a concludersi dopo 5 anni.

Se oggi solo il 34% delle famiglie italiane è raggiunto dalla banda larga vuol dire che i risultati raggiunti dalla strategia Renzi sono del tutto deficitari rispetto agli obiettivi annunciati nel 2015, quando si prometteva che in 5 anni il 100% delle famiglie avrebbe avuto la rete ultra veloce.

D’altra parte quando nel 2018, arrivando al governo, abbiamo messo mano al dossier abbiamo subito rilevato un grave ritardo nella tabella di marcia e l’assenza di un preciso cronoprogramma.

L’esito, scontato, è stato il fallimento del piano voluto dal governo Renzi, attuato per appena il 16% nelle aree a fallimento di mercato, ossia quelle ammesse agli aiuti di Stato. Intervenire per porre rimedio era ormai inutile.

Con la ministra per l’Innovazione Paola Pisano, nel governo Conte II, il Movimento 5 Stelle ha iniziato il monitoraggio sugli errori del passato e avviato un lavoro importante per portare l’Italia nel futuro del digitale.

Adesso con l’occasione offerta dal Recovery Fund, una vittoria politica di Giuseppe Conte, possiamo varare un serio piano per portare ovunque la banda ultra larga.