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App Immuni: il Ministro della Salute monitori Regioni e Ausl. Interpellanza urgente

Qui di seguito il testo integrale dell’interpellanza urgente, di cui sono prima firmataria, che abbiamo rivolto al Ministro della Salute affinché sia monitorato il lavoro di Regioni e Ausl in merito al funzionamento della App Immuni.

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Premesso che:

al solo fine di allertare le persone, che siano entrate in contatto stretto con soggetti risultati positivi e tutelarne la salute attraverso le previste misure di prevenzione nell’ambito delle misure di sanità pubblica legate all’emergenza COVID-19, l’articolo 6 del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, ha istituito una piattaforma unica nazionale per la gestione del sistema di allerta dei soggetti che, a tal fine, hanno installato, su base volontaria, un’apposita applicazione sui dispositivi di telefonia mobile;

il 1° giugno 2020 l’applicazione per il contact tracing “Immuni” viene resa disponibile al download sugli store “Apple” e “Google”. L’obiettivo dell’app è quello di aiutare a combattere la pandemia di COVID-19 causata dal virus SARS-CoV-2. L’app punta a notificare all’utente, tempestivamente, eventuali contatti a rischio avuti per poter minimizzare la diffusione del virus e ottenere consigli e cure mediche riducendo al minimo i rischi e le conseguenze sulla sua salute;

per garantire il massimo rispetto della privacy sono stati presi tutti gli accorgimenti utili: “Immuni” non raccoglie nessun dato che possa svelare l’identità dell’utente come il suo nome, numero di telefono, e-mail o data di nascita. Inoltre, non raccoglie nessun dato legato alla geolocalizzazione. I movimenti dell’utente non sono quindi tracciati. Il segnale che viene emesso dal device non contiene nessun dato sul device stesso e non può quindi essere ricollegato all’utente e cambia spesso in modo randomico. Infine, i dati, come i codici temporanei, sono criptati;

considerato che:

la suddetta norma prevede che il Ministero in indirizzo, in qualità di titolare del trattamento, si coordini con i soggetti operanti nel Servizio nazionale della protezione civile e con i soggetti attuatori previsti, nonché con l’Istituto superiore di sanità e, anche per il tramite del Sistema Tessera Sanitaria, con le strutture pubbliche e private accreditate, che operano nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, nel rispetto delle relative competenze istituzionali in materia sanitaria connessa all’emergenza epidemiologica da COVID 19, per gli ulteriori adempimenti necessari alla gestione del sistema di allerta e per l’adozione di correlate misure di sanità pubblica e di cura;

spetta, quindi, al Ministero della salute coordinarsi con le varie strutture sanitarie territoriali, in modo che siano adottate tutte le misure propedeutiche alla gestione del sistema di contact tracing attraverso la app “Immuni”;

risulta agli interpellanti che diverse regioni, cui era affidata la gestione dell’app “Immuni”, abbiano diretto in maniera poco efficiente l’attività di contact tracing attraverso tale applicazione. Secondo quanto riportato da organi di stampa, l’app sarebbe stata ripetutamente snobbata o bollata come inutile da alcuni Presidenti e direttori sanitari regionali, come accaduto in Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte, tra le zone più colpite dal virus. Sarebbero stati inoltre paventati rischi per la privacy e di controllo sociale, che sono completamenti assenti come evidenziato (“il Fatto Quotidiano”, del 14 ottobre 2020);

alcuni governi regionali sembrano, inoltre, non avere dato molta importanza alla promozione dell’app tra i cittadini e alla formazione degli operatori delle ASL. Ciò, nonostante sia noto che con l’aumento dei contagi a cui si assiste ormai da giorni, le operazioni di indagine epidemiologica a carico di tali strutture stiano diventando sempre più difficili. Oltre un certo numero di contagi, le ASL non potrebbero più riuscire a gestire il contact tracing, quindi molti contatti di positivi sfuggirebbero al monitoraggio, e i focolai non verrebbero fermati tempestivamente;

“Immuni” è stata sviluppata proprio per supportare questo tipo di attività, e permette peraltro di raggiungere persone che sono state a contatto con positivi, che in molti casi sfuggirebbero alle normali indagini epidemiologiche. La sua efficacia è strettamente legata al numero di utenti, e da mesi Governo e virologi insistono sull’importanza che sia scaricata e attivata da più cittadini possibili. Ad oggi è stata scaricata da 10 milioni di persone;

il funzionamento di “Immuni” è totalmente inefficace se il personale, preposto alla comunicazione dei codici chiave dei soggetti risultati positivi al COVID-19, non esegue il necessario compito di inserimento;

considerato inoltre che:

il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020 ha previsto che “al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività”;

è stata quindi inserita l’obbligatorietà da parte dell’operatore sanitario di caricare il codice chiave, perché sono state molte le segnalazioni in cui gli operatori stessi lamentavano linee guida non chiare a livello regionale per le procedure da adempiere. Tale previsione è stata confermata anche nell’ultimo decreto del 24 ottobre 2020,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati;

se e in che misura stia avvenendo il coordinamento previsto dall’art. 6 del decreto-legge n. 28 del 2020 tra il Dicastero e i soggetti coinvolti nella gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, necessario per una corretta gestione del sistema di contact tracing;

se sia in atto un’attività di monitoraggio e controllo per conoscere quali atti regionali siano stati adottati per sostenere dal punto di vista procedurale il sistema di tracciamento tramite “Immuni”, se siano state dettate linee idonee al personale sanitario regionale e se, alla luce degli ultimi eventi, si sia data necessaria comunicazione, sempre al personale sanitario, degli obblighi derivanti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020 e successivi;

se sia disponibile o in fase di realizzazione un monitoraggio stabile e il relativo report sull’attività d’immissione dei codici generati dall’app “Immuni” da parte del personale sanitario, nonché sul numero totale dei codici chiave inseriti, suddiviso per ciascuna Regione.