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GREEN PASS: OCCORRE DELINEARE UN ARCO TEMPORALE PRECISO ENTRO CUI PREVEDERE LA REVOCA

In Commissione Affari Costituzionali al Senato, in cui sono capogruppo per il Movimento 5 Stelle, stiamo esaminando il decreto legge 127 che ha introdotto il green pass obbligatorio per i lavoratori. Oltre agli emendamenti a mia prima firma tesi a calmierare il prezzo dei tamponi, a eliminare disparità di trattamento tra lavoratori e datori di lavoro in fatto di sanzioni e a prevedere il certificato verde anche con test sierologico positivo, abbiamo depositato anche un ordine del giorno per chiedere che il governo si impegni a rimodulare il green pass sulla base di una situazione epidemiologica che ormai ci rassicura.

Occorre procedere con maggiore proporzionalità e adeguatezza nell’applicazione di questo strumento che, pur consentendo di contemperare la graduale riapertura delle attività con la minimizzazione del rischio del contagio, comporta oneri diretti e indiretti sia in ambito lavorativo, sia in ambito universitario, sia per i cittadini che hanno necessità di riappropriarsi della vita comunitaria e sociale. Pertanto, questi oneri devono essere da un lato calmierati e dall’altro devono essere transitori. È necessario quindi delineare, sulla base di evidenze scientifiche inequivocabili, l’arco temporale entro il quale prevedere la revoca dell’uso delle certificazioni verdi.