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Open data, decreto per il recepimento della direttiva europea

Si torna a Roma, al lavoro, si riprende appieno l’attività parlamentare e proprio questa settimana sarò relatrice del parere al Governo per il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sugli open data, tema a me da sempre molto caro.

Il decreto legislativo che ci apprestiamo a esaminare in Commissione prevede misure estremamente importanti e ci permetterà di attuare la direttiva europea 2019/1024.

Da molti anni e per professione mi occupo di gestione e accessibilità dei dati e, a maggior ragione, ritengo fondamentale che si vada appunto nella direzione indicata dalla UE, cioè quella di promuovere l’utilizzo di dati aperti e agevolare, con le dovute garanzie, il riutilizzo delle informazioni detenute da pubbliche amministrazioni, da organismi di diritto pubblico e, a determinate condizioni, anche da imprese pubbliche.

La misura naturalmente prevede anche i casi in cui i documenti, per la loro delicatezza e importanza, dovranno seguire strade di maggior tutela, garantisce il rispetto delle norme sul diritto d’autore e disciplina le modalità con cui persone fisiche e giuridiche potranno richiedere di utilizzare i documenti degli enti e delle Pubbliche Amministrazioni.

Insomma, osservando le dovute accortezze e fornendo le dovute garanzie, diventerà però finalmente possibile esigere e ottenere dati che possono avere una grandissima importanza per i singoli e per l’opinione pubblica.

E le PA, gli enti e le imprese pubbliche che saranno tenuti a fornirli dovranno anche dotarsi di strumenti adatti a ottemperare alle richieste.

Il recepimento della direttiva europea arriva in un momento in cui è ancora maggiore la richiesta di trasparenza e accessibilità dei dati.

Durante questo anno e mezzo di pandemia come Movimento 5 Stelle, e certamente io personalmente nella mia attività in Senato, ci siamo sempre interessati di open data. Le nostre richieste si sono concentrate soprattutto sui dati relativi al monitoraggio della pandemia, dei contagi, delle guarigioni, delle ospedalizzazioni legate al Covid, dei tamponi effettuati, nonché delle vaccinazioni; richieste condivise e sostenute anche da tutti gli stakeholder e le associazioni che vorrebbero poter ottenere questi dati aperti per analizzarli.

Ora il recepimento di questa direttiva è un altro tassello che ci spinge nella direzione della condivisione delle informazioni. E non dovranno esserci ulteriori ostacoli o resistenze.