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Proroga stato di emergenza. Dichiarazione di voto del M5S al Senato

Qui di seguito il mio intervento integrale in aula al Senato per la dichiarazione di voto sul decreto legge che ha prorogato lo stato di emergenza per l’allarme Covid.

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Gentile Presidente, Governo, Colleghe Senatrici e colleghi Senatori,

annuncio subito che il Gruppo Movimento 5 Stelle voterà a favore del provvedimento in esame, su cui voglio focalizzare l’attenzione, partendo da un suo breve inquadramento vista la situazione attuale.

Quando questo decreto legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, il 7 ottobre scorso, in Italia l’incremento giornaliero di casi di Covid-19 si attestava a circa 3.600 e il totale di ricoverati   in terapia intensiva era di 337. Oggi la crescita giornaliera dei contagi è quasi 10 volte tanto e quasi 3000 terapie intensive sono occupate da pazienti Covid. In Spagna e in Francia la situazione, il 7 ottobre, era già grave con la seconda che registrava oltre 18 mila nuovi contagi giornalieri.

In quei giorni il Senatore Salvini chiedeva più autonomia di scelta per i governatori regionali e sosteneva che di certo la mascherina andava indossata, mentre prima aveva mostrato molte reticenze ad indossarla proprio qui in Senato. Il capogruppo della Lega alla Camera Molinari si chiedeva a cosa servisse la proroga dello stato di emergenza e anche il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida si era espresso in modo critico. Questa era la situazione il 7 ottobre quando Arcuri metteva in guardia sul fatto che i posti letto occupati nelle terapie intensive sarebbero aumentati. E aveva ragione. Oggi, più di un mese dopo, le polemiche di quella giornata, con il presidente Toti che criticava la misura che impedisce da allora alle Regioni di allentare le misure previste dal governo se non concertate con il ministro della Salute, appaiono davvero piccole. Questi atteggiamenti, queste parole al vento, sono state spazzate via dalla realtà dei fatti, che oggi nessuno può negare o sminuire!

Appare quindi “piccolo” il continuo polemizzare di fronte a una situazione che – come purtroppo vediamo oggi – dava ragione a chi scelse di mettere l’obbligo di mascherina anche all’aperto e di impedire in qualsiasi modo un allentamento delle misure da parte di chiunque. Non ce lo potevamo permettere e oggi, finalmente, anche dalle Regioni arrivano messaggi e approcci più collaborativi nei confronti del governo. Ma non dobbiamo aspettare che la situazione sanitaria precipiti per promuovere il massimo di collaborazione tra i vari livelli istituzionali.

Oggi non è più tempo di puntare il dito. Faremo i conti con il fallimento della regionalizzazione della Sanità quando questa pandemia sarà finita. Faremo i conti con la gestione a dir poco deficitaria in alcuni territori. Faremo i conti con la mancata attuazione dell’aumento dei posti letto in terapia intensiva e delle Usca, le Unità speciali di Continuità Assistenziale da parte di alcune Regioni quando non saremo più in emergenza.

Adesso però è il momento di muoversi. Gli ospedali sono in affanno, i posti letto carenti, i pazienti purtroppo spesso lasciati a loro stessi.

Cosa serve per uscire “insieme” e “uniti” da questa emergenza? Innanzitutto, serve un patto a più livelli: il governo sta facendo tutto quanto in suo potere. Il decreto che esaminiamo oggi è uno dei tanti tasselli di un’azione governativa caratterizzata da responsabilità, velocità di intervento e misure emergenziali e strutturali in ogni settore coinvolto.

Anche il Parlamento ha dato il suo importante contributo. In particolare, Il Gruppo Movimento 5 stelle durante l’esame in Commissione ha inserito alcune importanti previsioni.  Ad esempio siamo intervenuti sulla disciplina del rinnovo degli organi statutari degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, come il CNR, stabilendo un termine massimo entro il quale, in ogni caso, procedere al rinnovo degli organi scaduti Per gli enti del terzo settore, come le Onlus, Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di promozione sociale, e le imprese sociali, abbiamo prorogato al 28 febbraio 2021 i termini entro i quali questi soggetti devono adeguare i propri statuti e la propria organizzazione alla normativa prevista a seguito dell’approvazione della riforma del  settore. Con un altro emendamento abbiamo prorogato per l’anno 2020 la pubblicazione delle delibere di variazione delle aliquote e dei regolamenti in materia di tributi comunali.

Con un altro importante emendamento, approvato all’unanimità, abbiamo previsto la sospensione dei termini per gli adempimenti e i versamenti dei tributi nonché dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali fino al 31 dicembre 2020 per gli armatori delle imbarcazioni sequestrate dalle autorità libiche lo scorso 1º settembre.

Colleghe e colleghi, sono tutti emendamenti mirati per risolvere i problemi pratici che interessano, istituzioni, enti, comuni e cittadini, che si accompagnano alle misure già previste nel testo iniziale. In particolare si stabilisce una novita’ importante per la app Immuni: è consentita l’interoperabilità con le piattaforme che operano, con le medesime finalita’, nel territorio dell’Unione europea. E dando seguito a questa disposizione, nel giro di pochi giorni la app e’ diventata interoperabile con i sistemi simili utilizzati in Germania, Irlanda, Spagna e Lettonia. Adesso il nostro sistema di tracciamento digitale funziona nei quattro paesi europei e le loro app svolgono il tracciamento nel nostro Paese. Forse mai, come nel caso della pandemia, ci siamo resi conto di come i confini geografici e politici siano relativi. La malattia li ignora e la strategia di contrasto al virus deve agire quindi anche sul piano sovranazionale”.

Ci sono quindi le misure adeguate e le risorse. Manca solo un ultimo tassello: è ora compito dei Presidenti di Regione agire. Hanno tutti il più ampio supporto, ma quanto compete loro va fatto e va fatto subito. Tralasciamo in questa sede anche la ridicola polemica che è stata innescata sulle zone rosse, arancioni e gialle, come se fosse una gara, come se fosse una punizione personale e non un modo per aiutare i territori. Abbiamo messo a punto un sistema scientifico e che attraverso un procedimento complesso e ricco di dati porta a parametri finali incontestabili, è inutile far finta che le diverse zone vengano decise in modo improvvisato, come un lancio di dadi. Non è così e si offende l’intelligenza collettiva se lo si dice pubblicamente.

In conclusione, come rappresentante del Movimento 5 stelle mi auguro si possa procedere tempestivamente alla conversione in legge di questo decreto che consente al nostro sistema Paese di proseguire la sua attività in questo periodo difficile per l’Italia e il Mondo.