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IL MIO RICORDO IN SENATO PER LE VITTIME DEL SISMA

Il 29 maggio 2012 la terra in Emilia tremava ancora. Ieri ne ho ricordato i drammatici effetti in un intervento a Palazzo Madama.

ECCO IL TESTO:

Sette anni fa il 29 maggio 2012 alle ore 9 la seconda scossa per intensità colpì l’Emilia. Fu una scossa di intensità 5.9 della scala Richter, ma risultò più devastante della prima del 20 maggio. Questa scossa colpì le persone mentre erano al lavoro o a scuola.

Alcuni sono morti per i crolli sul luogo di lavoro. Grande apprensione ci fu tra la popolazione per il pensiero riguardo l’incolumità dei bambini e dei ragazzi nelle scuole. 26 furono le vittime sotto i crolli o per malori causati dalle scosse nei diversi giorni dello sciame sismico. Fortunatamente tutti gli studenti furono tratti in salvo incolumi.

Il mio territorio di origine, i Comuni di Novi di Modena, Concordia, San Possidonio, Mirandola, Medolla, Cavezzo, San Felice sul Panaro, a tutt’oggi sono un luogo martoriato. Manca ancora moltissimo per completare la ricostruzione. Soltanto a Novi, il 14% delle famiglie (234 nuclei) è ancora sfollato.

Il commissario alla ricostruzione ha preferito privilegiare i Comuni con danni più lievi che si trovano anche a 60-70 km dagli epicentri, piuttosto che i Comuni più gravemente danneggiati. Così dopo 7 anni ancora molte persone nelle situazioni di disagio più grave si trovano ancora fuori dalle loro abitazioni. Le loro aziende non sono state ricostruite. I luoghi storici delle Comunità sono rimasti a tutt’oggi completamente inaccessibili.

Vogliamo risposte dalla Regione Emilia Romagna sulle tante pratiche che sono state ritardate e non vanno avanti. La spiegazione ricevuta è che quelle complicate vengono accantonate a favore del disbrigo di quelle semplici. Una motivazione che non ci soddisfa per nulla, anzi ci ferisce ancor di più nel recepire che chi ha più bisogno viene scientemente abbandonato da parte delle istituzioni, mentre chi ha danni più lievi viene favorito.

Ancora abbiamo molte questioni su cui interrogarci e chiedere risposte. Una di queste riguarda la possibile correlazione tra l’attività sismica nei nostri territori e l’attività di gestione degli idrocarburi nel nostro sottosuolo.

Il 17 aprile Peter Styles, presidente della Commissione Ichese, avvertiva così la Regione Emilia Romagna:

“Ci sono molti esempi di sismicità indotta generata da attività sugli idrocarburi (ho scritto in merito sessanta pagine di appendice nel rapporto). Ciò è particolarmente vero in regioni come quella appenninica in cui gli impianti di petrolio e gas si trovano in aree sismicamente attive”.

Il testo era contenuto in una mail, indirizzata alla Regione e pubblicata da Report. Nel programma sono state ripresi elementi inquietanti, quali “fughe di notizie, ritardi e pressioni sulla commissione scientifica indipendente”.

Una commissione che già cinque anni fa poneva dubbi, ripresi dai quotidiani. Il servizio chiama in causa – tra le altre – la concessione Mirandola o Laboratorio Cavone, ossia l’area che interseca i Comuni di Novi di Modena, Concordia e San Possidonio nella Bassa modenese.

Condivido la richiesta del capogruppo regionale del MoVimento Andrea Bertani, che ha domandato alla Regione Emilia Romagna di fare chiarezza.

A sette anni dalle scosse sismiche che hanno lacerato l’Emilia i cittadini meritano risposte.

Le meritano soprattutto i parenti delle vittime, coloro che, come alla Haemotronic, hanno visto morire i propri cari sul posto di lavoro e adesso chiedono giustizia allo Stato. Lo Stato deve rispondere presente al loro appello.